mercoledì 9 marzo 2016

Gufi, gufetti e gufoni



Pomeriggio inoltrato a Recco.
Silenzio in casa.
Dalla finestra dello studio da cui scrivo vedo il promontorio di Portofino.
I colori del cielo e del mare sono prossimi al tramonto.
E' la prima "ora d'aria" che mi concedo da tempo: avere un figlio significa questo, fondamentalmente.
Almeno credo. Non sono madre da abbastanza tempo per tirare delle somme.
Non mi dilungherò qui sul significato della maternità: quanto ti sconvolga la vita, quanto ti riempia, quanto ti devasti etc etc etc.
Trovo troppo prezioso il cambiamento che avviene nella vita di una donna quando da singola unità diventa tutrice di una nuova unità per sciuparlo con le solite considerazioni trite e ritrite condite di melensaggini da soap opera di quarta categoria.
Cambiamento non solo prezioso ma rocambolesco e anche spaventevole, talvolta.
Tutto ciò che mi sento in grado di dire è che in tutta onestà non me lo aspettavo.
Non me lo aspettavo così, almeno.
E non mi aspettavo che questo atto di coraggio - che tale nel mio/nostro caso è stato - portasse così tanta fortuna ad entrambi. E così tanto Amore. E così tanto Bene.
Ma forse è così che si devono fare i figli: senza progetto, senza disegni, senza rete di sicurezza.
E devono essere fatti così affinchè il loro precipitare in questo mondo sia scevro di qualunque macchinazione e si conservi puro, innocente, senza passato nè futuro.
Un figlio è l'eterno presente.
Ti constringe a vivere nell'eterno presente.
Non ti dà spazio per altro. Neanche di pensare. Nemmeno di dormire.
Solo di vivere l'eterno presente.
Sempre che non ci si faccia fagocitare dalla società impazzita e si "parcheggi" il neonato con chi la natura NON HA predisposto che stia, asili, nonni, babysitter.
Una nuova vita ci costringe alla semplicità, alla fatica della semplicità, a rivedere le priorità.
Non è per tutti.
Non è per tutti se si vuole davvero averne rispetto.
Se ci si vuole adattare ai suoi ritmi e non pretendere che tale vita si adatti ai nostri.
Questa è follia. E' una follia che rende folli.
I nuovi nati come coloro che li accudiscono.
E' solo questione di tempo.

A noi non so cosa succederà.
Faremo del nostro meglio, credo.
Vivendo giorno per giorno, inchiodati al qui e ora.
Questa è la lezione che mio figlio mi sta insegnando.
La lezione che era tempo che io imparassi.
Non è strano?
Una madre che impara dal proprio figlio.
Se non è questa evoluzione....

Francesca