sabato 11 luglio 2015

La caverna di Pacci



Mi dispiace molto per tutti voi ma oggi parleremo di burocrazia italiana.
Eh sì, perchè da donna incinta e non sposata si fanno delle scoperte davvero sensazionali, in questo paese.
Allora, mentre il mio compagno cercava sul portale del comune di Genova la procedura per riconoscere il bambino non appena nato, ha scoperto che tale prassi può essere svolta anche prima della nascita.
"Uh, che meraviglia!" - abbiamo esclamato entrambi.
Questo perchè ignoravamo i fatti nella sostanza.
Mentre ero a Roma per lavoro lui si è recato all'ufficio preposto al comune di Genova e.... cosa ha scoperto?
Orrore, orrore, orrore...
Ha scoperto che il riconoscimento non deve essere solo paterno ma anche MATERNO!
Ossia, il bambino non è mio figlio anche se lo porto in pancia finchè un burocrate non scrive su un librone che sì, quello è proprio mio figlio.
Vi spiego meglio...
Sono al nono mese di gravidanza.
Mi investono sulle strisce pedonali.
Finisco in ospedale in coma.
Mi fanno partorire mentre sono incosciente.
In tal caso - senza un riconoscimento precedente - il bambino NON E' DI NESSUNO.
Cioè, non solo il padre non sarebbe il padre, ma NEMMENO LA MADRE!
Anche se è uscito - scusate la spiegazione grossolana - proprio dalla mia vagina (o dalla mia pancia in caso di cesareo).
Stando così le cose, né il padre biologico né i nonni materni potrebbero prendersene cura in ospedale o portarlo a casa con loro.
Andrebbe agli assistenti sociali di zona e da lì il tribunale dei minori incaricherebbe un giudice tutelare di dichiarare che... sì, in effetti quel particolare bambino è uscito dalla mia pancia e quindi può essere "etichettato" come figlio mio!
Ovviamente tutto questo accadrebbe qualora io fossi ancora in coma o peggio defunta, con tutte le conseguenze emotive che questo avrebbe su chi resta.
Pensate al mio compagno: la sua donna è appena morta e gli assistenti sociali gli portano via il figlio dalle braccia.
Poi ci si chiede perchè la gente impazzisce e comincia ad usare la piccozza invece dell'avvocato.
E sapete perchè accade questa pantomima inutile e vergognosa?
Per permettere alle madri non sposate di ABBANDONARE il bambino partorito in ospedale entro 24 ore dal parto.
Certo... perchè è ovvio che se non sono sposata sono una donna di malaffare che è rimasta incinta casualmente per colpa di uno degli stalloni che frequenta e che la cosa più NATURALE che io voglia fare sia LIBERARMI nel più breve tempo possibile della prova tangibile del mio peccato mortale!
E meno male che lo Stato ha come priorità la TUTELA DEL MINORE!
Sì, del minore nato da matrimonio però, civile o religioso che sia.
E' scritto in piccolo sulla Costituzione, con un asterisco, come le postille sui contratti per il mutuo.

I commenti li lascio a voi.
Posso solo dire, per l'ennesima volta in vita mia, grazie Vaticano!
Ovviamente - mi pare superfluo specificarlo ma lo farò - siamo L'UNICO PAESE IN EUROPA IN CUI QUESTO ACCADE! 
E tutto perchè noi conviviamo con il Santo Padre... Che fortuna, vero?
Una signora qui a Chieri - sposata e con tanto di figli - saputa la vicenda mi ha chiesto: "Ma le sembra poi corretto che una coppia sposata non possa avvalersi del medesimo diritto solo perchè è sposata? E se non avessero modo di prendersi cura del figlio per innumerevoli ragioni? Sarebbero costretti ad abbandonarlo nel bidone della spazzatura?"
Il discorso non fa una grinza.
Ma si sa... per la Chiesa (e per lo stato italiano che Essa di fatto comanda) i bambini nati nel vincolo del matrimonio sono benedetti e santi...
Gli altri.. beh, sono figli di puttana.
Scusate di nuovo il mio essere diretta ma così stanno le cose, la legge non l'ho inventata io.
Io riporto i fatti.
Così come li vivo.

Mi permetto di scrivere questo post per INFORMARE TUTTI I FUTURI GENITORI NON SPOSATI DI QUESTO PAESE CHE STANNO ASPETTANDO UN FIGLIO: purtroppo questa legge è sconosciuta ai più, medici, ginecologi, avvocati.
Solo gli addetti preposti del comune sanno la verità.
Quindi non ci rimane altro che avvertire tutti con un TAM TAM internettifero.
La procedura di riconoscimento è semplice: basta recarsi nell'ufficio del comune con i documenti di nascita dei genitori e un foglio del ginecologo che attesti la settimana di gravidanza della madre.
Poi si firma un gran librone e il gioco è fatto.
Siete DAVVERO i genitori del figlio che portate in grembo.

Kafka e il suo processo sono bazzecole a confronto.

So bene che molti diranno che le probabilità che accada qualcosa alla futura partoriente sono poche ma... se poi dovesse accadere sarebbe troppo tardi per rimediare.
L'addetta di Genova ci ha raccontato una storia straziante di una donna a cui era morto il compagno mentre era incinta. I nonni paterni hanno dovuto lottare come iene per far riconoscere il bambino dalla legislatura italiana. Il tutto mentre la famiglia seppelliva rispettivamente un figlio, un compagno di vita e un futuro padre.
Lo so, c'è da farsi venire i brividi. 
Ma questo non è cinema, non è Sky, nè Mediaset Premium.
E' realtà.
Tenetelo sempre bene a mente.

Prevenire è meglio che curare.

La Dea dell'Ovest